Friday, March 31, 2017

non un post, ma almeno un post-it

Lo appiccica qui come promemoria, con su le cose che Alice deve raccontare prima che i suoi 4 neuroni inizino a ballare la mazurka-zaimer:

- il viaggio di una settimana nei Monti, triangolando e riuscendo a vedere tutti i genitori, i nonni e i bisnonni dello Gnomo in soli 7 giorni, 4 diversi micro-climi e 1500 chilometri.
- l news dal mondo di Suburbia, dove lo Gnomo costruisce igloo, si rotola nel fango, rispolvera a sorpresa il francese grazie a Fiona, la bimba regina della palude assieme a lui.
- Il silenzio assordante e l'indecifrabile incognita che è il loro futuro. E' aprile. Dove (cazzo) finiranno a luglio?!? Boh.
- il nuovo lavoro di Alice. Perchè nel mentre ha trovato una scuola disperata abbastanza da prendersela, anche se solo per 2 o 3 giorni alla settimana. Indi, dopo la scuola di Niu Iorc e la scuoletta francese, Alice entra prossimamente in una scuola Montessoriana.  La Scuola degli Amici di Maria. E già le sudano le mani e le vengono le palpitazioni.
-un grazie e una risposta decente ai commenti del post precedente, che siete stati tutti cari a sorbirvi i suoi deliri libreschi.

In tutto questo però quel che riesce scrivere qui ora è quel che lo Gnomo le ha detto oggi, quando è andata a prenderlo a scuola: "Oggi ti ho mancato, mamma".
Un ode d'amore lost in translation... Oppure lo Gnomo si sta allenando a fare il cecchino e conta di sterminarla colpi di Lego. Ai posteri l'ardua sentenza.



Alice spot-it-izzatrice
una diapositiva dello Gnomo


Sunday, March 19, 2017

Adozione tra le pagine


Alice li colleziona da sempre, di ogni formato, stile, argomento... ma da quando è arrivato lo Gnomo, sparpagliati nello scaffale ci sono anche, ovviamente, quei 2 o 3 o 20 libri che parlano, più o meno direttamente, di adozione, di famiglie un po' bizzarre, speciali e peculiari; del perdersi e del ritrovarsi; del crescere e scoprirsi diverso dagli altri, del perdere o trovare un senso di appartenenza... e dell'arte di saper stare in equilibrio un po' precario tra due mondi e due realtà.
Non sono raggruppati in una sezione speciale, o tirati fuori per determinate occasioni, semplicemente stanno lì, assieme a tutti gli altri, e lo Gnomo, a seconda dei periodi e dei momenti, li usura, li ignora, se li legge da solo o li racconta ai suoi pupazzi marini.
Ora, bisogna ammettere che c'è una quantità pazzesca di libri per bambini relativi all'adozione che fanno non cagare, cagarissimo. Alice ha un foglio excel in continuo aggiornamento, è a quota 200 titoli, tra libri in inglese e italiano e francese, e se va bene ne salva tipo 30 (immaginatela con uno chignon tiratissimo, gli occhiali sul naso e le labbra strette mentre, con disgusto, compila la sua segreta recensione dell'ennesimo roito dal tipo: "Dio ha voluto fossi tua mamma" oppure "Evviva, sono adottato!")

Ed ecco dunque che, invece di lasciare che il suo foglio excel prenda polvere virtuale, Alice ha deciso di inaugurare una nuova rubrica (già lo sapete, vero, che le sue rubriche non durano manco mezza settimana?). Quindi benvenuti a... Adozione tra le pagine!

Allora per cominciare eccone qui 10, di libri di adozione (o quasi), belli e meno belli (ma ringraziatela eh, che per questa volta non vi rifila i roiti e li tiene da parte per un post polemico e velenoso) che girano qui in casa.

Questi due titoli non sono di sicuro i migliori, ma sono stati tra i primi, nel senso che Alice li aveva quando lo Gnomo non era manco all'orizzonte... hanno più che altro un valore affettivo, sono pezzi di carta a cui Alice ha voluto bene, ma le storie non sono poi granché:

Buon Giorno Postino
(di questo ne aveva già parlato, perchè stava pure nella lista nera del sindaco di Venezia, ma ora pure lei, come il sindaco, lo guarda con sospetto, anche se per ben altri motivi...)
Si tratta del postino che porta ai pinguini un uovo un po' bizzarro.
la vedete la mamma tartaruga? Che arranca dietro?!
Ci sono una serie di robe, di questo libro, che ad Alice piu' passa il tempo e piu' in realta' non piacciono e la fanno arrabbiare assai ma questo forse perche' Alice e' una rompipalle inarrestabile eh... e quindi adesso l'ha messo in punizione sullo scaffale alto.
Tipo l'espressione un po' scontenta dei pinguini quando scoprono che dentro l'ovo ci sta un coccodrillo e non il pinguino che si aspettavano... Ma davvero?
Ma soprattutto il fatto che, osservando le illustrazioni... si vedono le mamme dei piccolini che vanno in giro ampresso al postino! Ma come?! Ma quindi 'ste poverette sono li' che vagano per la foresta in cerca dei loro bimbi?!? E quel pirla del postino manco le vede??

Fior di Giuggiola
Fior di Giuggiola le piaceva perche' spariglia un po' le carte ed e' una bimba bianca, ad essere trovata da una famiglia nera. Il resto della storia invece non è gran che, e infatti Fior di Giuggiola è rimasto in Italia (Tipo che all'inizio la mamma non vuole adottare Fior di Giuggiola perchè un bebè è faticoso, richiede lavoro e lei ha già troppi bimbi a cui badare)




Passiamo a quelli belli davvero!





A Mother for Choco
Uno dei suoi preferiti!
Choco e' solo, e cerca una mamma che sia come lui: La giraffa forse, gialla come lui? "No, non ho le ali come te"... la signora pinguino? Lei si che le ha le ali! "Nah, non ho mica le guance paffute che hai tu..."

Quando vede la signora orso che raccoglie le mela SA che non e' la sua mamma, non gli somiglia per niente! Ma quando l'orsa lo vede piangere, e lui gli racconta la sua storia, lei gli chiede: "Cosa farebbe la tua mamma se fosse qui?"
"Mi stringerebbe forte..."
"Cosi?" Chiede l'orsa abbracciandolo stretto...
"Si, e mi darebbe dei baci!"
"Cosi'? Chiede di nuovo mentre lo bacia forte
"E canterebbe e ballerebbe con me..."
"Cosi'?" Chiede l'orsa, e si lancia in una macarena (almeno, Alice le fa fare la macarena, voi se preferite fatele ballare il tuca tuca)
"Sai, Choco, forse potrei essere io la tua mamma?"
"Tu?!? Ma non hai le ali, non sei gialla, non hai le guance paffute, o i piedi a strisce..."
"Oh, mamma mia, no! Sarei proprio buffa se fossi cosi'!"
I due ridono, e intanto vanno a casa a sfondarsi di torta di mele.
E quando alla fine della giornata si abbracciano Choco pensa che sia proprio una fortuna che la sua mamma sia esattamente come sia.

Families Families Families
Taaante famiglie, tutte diverse. C'é chi vive con i nonni, o con la zia, c'é chi ha due papá, o solo una mamma, chi ha tanti fratelli, chi nessuno, chi degli animali e chi una pianta... non importa! Se ci si vuole bene, allora quella é una famiglia.
Lo Gnomo però è sempre un po' preoccupato: "ma io sono il lupo?" Nah, te sei un volpino e basta...








Il Libro dello Gnomo
Non quello di David Gnomo eh. Quello del suo, di Gnomo. Di come è nato, del viaggio dai monti a Niu Iorche eccetera.
Alice lo scrisse in rima, dentro c'è la sua storia e tipo quelle 40mila foto dei primi giorni... In realtà é un po' troppo denso, tornasse indietro lo rifarebbe un po' più semplice, ecco.
(niente foto perchè la privacy, e l'alone di mistero, e l'identità segreta del super eroe e blablabla)



oiseau et croco
il Grinta quando Alice glielo ha fatto leggere ha pianto lacrime grandi quanto piattini da caffè Ikea (Grinta, visto che ti dipingo pure dolccicoso ed emotivo? E non sempre come un troglodita inacidito?!).
Non è necessariamente sull'adozione, ma è un po' sull'adottarsi e l'adattarsi e il volersi bene e il crearsi una propria famiglia, unica e speciale.
Due uova si schiudono, una accanto all'altra. Da un uovo salta fuori un coccodrillo, dall'altro un uccellino spiumato. I due sono soli, e cercano di prendersi cura l'uno dell'altro: l'uccellino costruisce un nido per entrambi. Il coccodrillo va a cercare robe diverse da mangiare. L'uccellino insegna al coccodrillo a cantare, il coccodrillo gli insegna a nuotare. Quando però un giorno si inoltrano nella foresta, scoprono un branco di coccodrilli ed uno stormo di uccelli. Uguali a loro. Si guardano e si dicono: "Che ridicoli che siamo stati! E' ovvio che non siamo fratelli! Non ci somigliamo per nulla! Beh, addio, e buona fortuna". l'uccellino va con i suoi simili, e il coccodrillo raggiunge gli altri coccodrilli nella palude.
Ma il branco di coccodrilli non capisce come mai il coccodrillo voglia costruire un nido... E lo stormo di uccelli prende in giro l'uccellino quando tenta di cantare la notte, come faceva con il coccodrillo, o quando cattura un rinoceronte da mangiare.
I due si ritrovano una notte triste, per caso, alla luce della luna, sulla cima di un monte.
"Mi sei mancato" dice uno.
"Anche tu" dice l'altro.
"Fratelli?"
"Fratelli"


We belong together
Facile, semplice, con illustrazioni e testo che vanno benissimo anche per bimbi di un anno.



Il Principe Tigre.
Per placare la furia della madre Tigre, a cui sono stati uccisi i cuccioli, l'imperatore segue il consiglio del saggio e lascia il proprio figlio nel bosco.
La bestia lo trova, rivede in lui l'innocenza dei suoi cuccioli e non lo uccide. Il bimbo cresce allevato dalla Tigre, imparando tutti i segreti della foresta... fino a quando, dopo anni, i suoi genitori, ormai folli di preoccupazione e dolore, non lo vanno a cercare armati di esercito e torce infuocate.
Il ragazzino protegge la tigre, ma quando vede l'imperatrice le corre incontro per poi voltarsi verso la tigre e spiegarle: "Tu sei la mia madre della foresta, lei è la mia padre del palazzo. Ora è tempo che vada con lei". Il principe torna spesso a trovare la sua mamma tigre, fino al giorno in cui, ormai uomo, arriva davanti alla tana con un bimbo dentro ad un fagotto (e qui Alice acchiappa il fazzoletto per evitare di piangere sulle pagine) e lo deposita davanti alla Tigre dicendole: "Questo è mio figlio, te lo affido affinché tuo possa insegnargli tutto quel che deve sapere una tigre. Solo così potrà diventare un principe".
Sipario, piantone.

And Tango makes three
La storia vera di due pinguini, maschi, che potete andare a trovare allo zoo di Central park a New York.
Roy e Silo, due pinguini maschi, fanno tutto assieme: preparano il nido, si coccolano, dormono assieme, giocano assieme... e quando è la stagione della cova costruiscono un nido assieme e si "allenano" mettendo un sasso tondo nel loro nido e facendo turni per covarlo. Quando una delle coppie di pinguini dello zoo fa un uovo di troppo il custode lo affida a Roy e Silo, che felici lo covano, lo proteggono e, quando si schiude, si prendono cura del piccolo di pinguino, Tango, insegnandogli a nuotare, pescare e giocare. 

Motherbirdge of Love


In rima, semplice semplice, la storia di una bimba con due mamme. Una lontana, che purtroppo potrebbe non conoscere mai, che gli ha dato la vita e le emozioni... ed una vicina, che lo aiuterà' a crescere, ad amare e ad essere amata.
Sarà un caso, ma è stato dopo aver letto 3 volte di seguito questo libro che lo Gnomo, per la prima vola e senza preavviso, ha sparato una serie di domande dirette e disarmanti tipo: "perchè mio fratello è rimasto con M., e io no?" .



E bon.
Alice ringrazia, di cuore, tutti gli autori e illustratori di libri belli in generale, ma soprattutto di quei libri che fanno pensare, che smuovono domande grandi quanto montagne, che aiutano a parlare di cose alle volte attorcigliate, intrappolate e complicate grazie ad una illustrazione, una rima, una frase semplice che dice tantissimo.

Alice lettrice

Wednesday, March 15, 2017

la nonna in affitto

Si chiama Jane.

E' una nonna carrozzata, con 3 comode rotelle e un seggiolino.
Abita con il marito in una casa bellissima, piena di ninnoli raccolti in una vita di viaggi, immersa in mezzo alle colline, con un fiume e pure una sorta di laghetto vicino.
Alice, per conto di una associazione, la porta a passeggiare una volta a settimana, per un'ora. Oppure si siedono e parlano.
Ha 3 figli, ha vissuto a Parigi, Singapore, California... ma i ricordi le scivolano via tra le dita, si confonde, dimentica, mischia i lunedì con il 1989, la colazione con la cena.

Le loro conversazioni spesso sono come millemila modificazioni in Matrix: le stesse domande e le stesse frasi, più e più volte, ma ad Alice non importa, anzi, trova che sia rassicurante, e non è poi molto diverso da quel che si fa lavorando con i bambini: mille volte lo stesso libro, cento volte lo stesso nascondiglio, sempre le stesse canzoni manco fossero i tormentoni del villaggio turistico...
E quindi niente, si trovano bene, lei e Jane, ed hanno conversazioni del tipo:
"Ma te sei già venuta a trovarmi, vero?"
"Si, Jane, la scorsa settimana, e quella ancora prima, una volta siamo andate a passeggio, una volta siamo rimaste a chiacchierare nel tuo soggiorno"
"Giusto, giusto... oggi è una bella giornata, dovremmo andare a fare una passeggiata... c'è una bellissima villa qui vicino, possiamo andare a vederla... ma te sei già venuta a trovarmi, vero?"
"Si Jane, la settimana scorsa, e quella ancora prima, una volta siamo andate a passeggio, mi hai portato a vedere una bellissima villa qua vicino, e una volta siamo rimaste a chiacchierare nel tuo soggiorno, oggi è la terza volta, verrò tutte le settimane"
"Che bello, mi fa piacere, ma solo una volta a settimana... è un peccato, non puoi venire di più? Mi stai simpatica, chiacchieriamo bene... Anche perchè sei già venuta a trovarmi, vero?"
"Si, Jane, una volta siamo andate a passeggio, una volta siamo rimaste a chiacchierare"

E via discorrendo.

L'ultima volta, per questioni logistiche (anzi, per disorganizzazioni logistiche), Alice ci è andata con lo Gnomo.
"ok, Gnomo, andiamo da una signora vecchia, che si muove molto piano, ripete spesso le cose e che sta in una casa piena di robe di vetro e fragilissime. Quindi devi muoverti piano, parlare piano, giocare con le tue 4 macchinine e cercare di non fare le frigne per la prossima ora... Probabilmente non sarà divertente, ma poi a casa facciamo il fortino sul divano. Se ti annoi, pensa alle cose che poi farai dopo, dai che ja famo!"

E ce la fecero.

Tranne per quella momento in cui lo Gnomo misteriosamente decise - e forse durante gli anni di terapia si scoprirà pure perchè - di tirarsi giù braghe e mutande per giocare meglio con le sue macchinine.
Sotto lo sguardo confuso e perplesso di Jane.
Alice confida che la demenza senile faccia il suo sporco lavoro e che la signora Jane, la prossima settimana, abbia rimosso ogni traccia dello Gnomo esibizionista.

Alice nonnizzatrice

Tuesday, March 14, 2017

Snow storm

Qui le scuole oggi erano chiuse, per la tempesta di neve.
Alice potrebbe deliziarvi con vedute imbiancate, con profili dello Gnomo che si stagliano tra la neve e il sole, gloriose produzioni di igloo, pupazzi di neve e snow angels...
Oppure...
Oppure può traumatizzarvi con una foto sua, di sé stessa e medesima.
Quindi questa è lei.
Lo Gnomo al momento era distratto e scavava buche ad un ritmo che manco le nutrie milanesi, Alice aveva appena fottuto lo slittino dei vicini ed era il suo momento.
Con la classe e la professionalità tipica che la contraddistinguono, in questa breve sequenza la potete ammirare mentre si sistema i tre strati di calze maglie e leggins e si lancia cantando " le discese arditeeee... e le risaliteeee" (così accultura un po' anche i vicini!).




Alice slittinatrice

Sunday, March 12, 2017

La Palude

Accanto alla preschool dello Gnomo c'è uno spazio brullo, una sorta di scollinamento con 4 alberi rachitici e melma perenne.
Loro la chiamano, affettuosamente, la palude.
All'uscita della scuola, le madri stringono la manina del loro pargolo e lo trascinano verso la macchina ben sicure di non mollare la presa pena il rischio che si lanci nel guano.
Alcune mamme discutono un giorno sì e uno no di come la scuola dovrebbe transennare la zona, che non è sicuro, che è pericoloso, che è lurido.

Poi c'è lui.
l'imperatore della palude. Il re del fango. Lo Gnomo.
Lui e una bimba francese (la sua regina) sono gli unici con madri zozze a sufficienza da autorizzare quotidianamente l'accesso alla Palude.
Fiona e Shrek.

Nella palude lo Gnomo ci porta le sue "macchinine da scuola", ovvero una decina di robe di plastica perennemente infangate che distribuisce come confetti in giro agli altri bambini. Mentre Fiona fa buche, e va in giro armata di bastone, lui si sdraia nel guano e fa affondare le macchinine nelle pozze simulando urla di disperazione ("ooohhh.... nuuuoo.... help help... I'm sinking...") Assieme si parlano in uno pseudo francese con numerosi prestiti inglesi.

Fiona ha anche una sorellina, di meno di due anni, allegra e salterina. Chiamiamola la Gattina con gli Stivali.
L'altro giorno Gattina con gli Stivali prende una macchinina dello Gnomo e, spinta dalla curiosità, la lancia nel tombino.
Se ne accorge la madre, contrita, quando vede lo Gnomo inginocchiato nella palude singhiozzando.
Urla, disperazione e lacrime grosse qunto le cialde del caffè. Lo Gnomo è affranto, incapace di staccarsi dal tombino per 5 minuti. Ci fosse caduto lui, dentro , di testa, urlerebbe di meno.
Gattina con gli Stivali è super contrita.
Fiona la sgrida agitando l'indice in francese.
Gattina con gli Stivalilo osserva preoccupata, Fiona prova ad abbracciarlo... Ma a rendere interminabile il pianto  dello Gnomo è la consapevolezza che è stato davvero un incidente, e con può nemmeno incazzarsi con Gattina con gli Stivali, che lo guarda con gli occhioni giganti.

Alice, che è una madre orribile, invece di promettergli un nuovo camion dei pompieri gli spiega che il tombino non lo si può far saltare con la dinamite nè rosicchiare con i denti... ma che magari domani torneranno con un po' di attrezzi e proveranno un recupero.
Il pomeriggio passa a casa con lo Gnomo che progetta gru e ruspe in grado di salvare la macchinina fagocitata dal Perfido Tombino.
Il Giorno dopo portano pali, corda, fil di ferro e scotch, un manuale di ingegneria, un reattore nucleare, un pezzo di gomma da masticare.
All'avventuroso recupero partecipa  il solito trio, e che ci crediate o no, la sventata macchinina è stata recuperata.
Alice ora la chiama L'Highlander.

Nel frattempo ha nevicato.
E Shrek, Fiona e Gattina con gli Stivali fanno pupazzi di neve sporca che paiono demoni giapponesi.



Alice accompagnatrice (di orchi, HIghlander e pupazzi di neve fangosi)

Wednesday, March 8, 2017

Un 8 marzo tra Principesse

Per la festa della donna Alice era intenzionata ad andare a manifestare, vestita di rosso e con i cartelli... invece no.
Invece ha affittato e guidato una macchina e sono andati a fare questo fantomatico CT scan con liquido di contrasto allo Gnomo.
Sveglia alle 6, e poi in macchina fino a Philadelphia, dove sono andati al CHOP, il Children Hospital dei Sogni.
Il CHOP è fondamentalmente una succursale di Disneyland, solo che lì principesse, regine e guerriere oltre ad essere gnocche e sorridenti possiedono anche dottorati potentissimi e master strepitosi in medicina e roba varia.


La struttura è più che nuova, è futuristica. Da fuori manca poco che pare il Gugghenheim. Dento è un catalogo di una rivista di design, con disegni, pezzi d'arte, mattonelle colorate e giocattoli ovunque.
Nella sala d'attesa in radiologia un acquario, una serie di cucinette, libri, fogli e materiale per disegnare.

Insomma, se non avessero detto allo Gnomo "Andiamo in ospedale e vai a farti un giro dentro una ciambella" lui avrebbe probabilmente scambiato il tutto per una vacanza in un clubMed.
Invece no.

Lo Gnomo sapeva. Sapeva benissimo. Quindi ha gridato e pianto già dall'ascensore.

Quindi quando sono entrati nel reparto era già chiaro che, non sedato, non sarebbe andato proprio da nessuna parte.
A quel punto, oltre alle due princepesse-infermiere sorridenti, è comparsa la Fatina, una tizia con un cartellino che diceva "Child Life Expert" il cui lavoro è stato evitare che lo Gnomo spaccasse i timpani all'intero secondo piano mentre lo si preparava e si attendeva che si liberasse la sala di radiologia. Ha tirato fuori dal suo cestino macchinine con tanto di rampe e salti della morte, bolle di sapone, figurine e libri.

Lo Gnomo, dal canto suo, ne ha fatto una questione di principio: non c'era da fidarsi di questo posto e di queste tizie. Quindi  ha tenacemente pianto, con brevi interruzioni ma con regolarità, come i multipli di 3 e come i lunedì.
Per la qualsiasi.
Ricordiamo tra le tante:
Il Mostruoso Grembuile da ospedale aperto dietro.
L'inquietante sensore con lucina rossa al dito.
Il Perfido misuratore della pressione (ci hanno impiegato quasi 5 minuti per riuscire a calmarlo a sufficienza da ottenere dei valori normali)
Il Malvagio cerotto della cremina anestetica sulle braccia.
E poi loro, le Ignobili! Le hot patches legate alle braccia (una sorta di bustina ghiaccio secco, ma caldo, messo per velocizzare l'assorbimento della crema anestetica probailmente).  Lo Gnomo continuava a guardarsi sti due braccini insalsicciati implorando anche le mattonelle: "Me le togli per favorrre? I don't like theeeeem" fino ad un più perentorio: "Liberami!".
All'aghino ci è arrivato già ubriacato da un precedente anestetico via bocca (per cui, sia messo agli atti, ha pianto perchè il sapore era effettivamente orrido) che l'ha  stordito a sufficienza da costringerlo a sdraiarsi.
L'anestetico via vena è stato ISTANTANEO. Così istantaneo che per fortuna una delle dottoresse principesse li aveva avvisati, perchè Alice avrebbe giurato che lo Gnomo fosse stato colpito da morte improvvisa: Un momento prima piangeva... un momento dopo era riverso con la bocca aperta e immobile!

Dopo cira un'ora di attesa e preparativi... L'esame è durato forse 5 minuti.
Mentre Alice e il Grinta aspettavano, come nei migliori resorts, gli sono stati offerti biscotti, succhi e dolcini.
Quando l'hanno riportato indietro lo Gnomo dormiva ancora, hanno abbassato le luci ed hanno aspettato che in tutta calma che si svegliasse.
Prima di liberarlo dalla rete di cavi hanno voluto che mangiasse e bevesse ("alle volte come reazione possono avere nausea o vomito, vogliamo essere sicuri, prima che ripartiate e lo mettiate in macchina, che si senta bene").
Alice e il Grinta sono usciti dall'ospedale sconvolti dalla gentilezza, la bellezza, e l'efficienza  del tutto (poi ciò non toglie che se non avessero avuto la assurda fortuna di averlo incluso nell'assicurazione sanitaria non sarebbero riusciti a pagare manco il costo del biscottino e del pastello a cera usato dallo Gnomo nella sala d'attesa,  figuriamoci dell'esame, eh! (E comunque aspettano il conto, per tirare il fiato, che non si sa mai... capace che una qualsiasi cacchiata si riveli out of network e tocca mettere in vendita la fronte alta del Grinta come spazio pubblicitario) Usti, ho un'altra parentesi da chiudere!).

Lo Gnomo invece è tutta la giornata che ribadisce ogni 5 minuti:
"A me il Cittì Scanne non mi serve più.      Il prossimo lo fai tu, mamma"

Insomma, è andata.

Per questo 8 marzo, Alice lascia qui un grazie a tutte queste fatine, principesse, guerriere e esploratrici che tutti i giorni, soprattutto in giro per corridoi meno sfavillanti e in sale senza tanti giocattoli o tv, con santa pazienza e tanta bravura si prendono tra le mani questi cosini piccoli e alle volte urlanti, o rabbiosi o spaventati. E un doppio grazie per quelle che riescono non solo a fare il loro lavoro, ma a farlo col cuore.

Alice ospedalizzatrice

Friday, March 3, 2017

Ottimo! E adesso?!

Sia messo agli atti che in data 2 marzo, dopo aver atteso quasi 4 mesi, aver pagato quasi 400 dollari, aver smadonannato in 4 lingue differenti...
Alice ha ricevuto il permesso di lavoro!!

Il magico pezzettino di carta plastificata, con sopra una sua foto in bianco e nero che è perfetta per un necrologio, la trasforma da "Madre Casalinga per Forza"  a "Ufficialmente Disoccupata".

Ora (lei ci proverà eh, perché è psicopatica e le piace tirarsi addosso ansie inutili, ma...) visto che sarà impossibile trovare qualcuno vagamente interessanto ad assumerla per soli 3 mesi (perchè sì, il permesso di lavoro - atteso 4 mesi - scade allo scadere del visto suo e del Grinta, ovvero al primo di luglio) lei questo bel pezzettino di carta può usarlo come segnalibro, bruciarlo per farsi i marshmallow... O può sminuzzarlo e creare uno dei coriandoli più costosi della storia.

Alice possieditrice (di un pressochè inutile permesso di lavoro)



Thursday, March 2, 2017

vento dell'Est, vento del Nord

Arrivata con la tempesta di neve tre settimane fa, la Mater, in perfetto stile Mary Poppins, è ripartita oggi sempre con il vento.
Alla domanda: "Ma poi ci si abitua, ad accompagnare chi vuoi bene alla stazione, all'aereoporto, alla canoa? Poi si impara a dire "ciarea 'nè" con serenità e classe?" la risposta è no.
Non ci si abitua.
Limortacci .
Però migliorano le strategie per mimetizzare il tutto.
Tipo che si evita di fare conti alla rovescia, e  pure il giorno stesso non si parla dell'aereoplano da prendere, ma solo della chiamata via skype da fare quando si arriva.
Che si sa che è meglio fare un unico saluto, non millemila nella stessa giornata... e soprattutto che non si deve MAI mai MAi aspettare sul binario che il treno parta, pena ritrovarsi in versione fontana di Trevi.

Alice malinconizzatrice

 qui la Mater in partenza


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