Thursday, March 31, 2011

tre divorzi e un'evirazione

Mentre la capa latita, e rinvia le aperture del mercato, c'è tensione nella scuoletta Reggyo.
La Vulcanica spera di replicare in coppia, Alice trema all'idea, nel frattempo sono entrambe molto carine e camminano in punta di piedi.
Intanto i nani vanno fuori di cocomero, che la primavera si avvicina e gli ormoni si risvegliano...
Inoltre c'è questa cosa bizzarra per cui, nel giro degli ultimi 2 mesi, tre famiglie di nani si stanno separando... le reazioni nanesche al riguardo sono completamente diverse...

C'è Carioca, che un giorno sembra la Carrà e il giorno successivo arriva tutta Calimero.  Carioca sta su un ottovolante, i genitori non si parlano e c'è ancora il fumo che sale dalle macerie fatte durante il divorzio. Carioca talvolta si si sveglia tardi e non riesce ad arrivare a scuola, o arriva ancora tutta stropicciata e in pigiama... uno la mette a dormire alle 11 di sera, l'altra lotta per stroncarla nel letto alle 7, uno arriva con la pasta all'alfredo come spuntino, l'altra le dà i succhi di frutta energetici. Entrambi stravedono per lei ma non riescono a fare a meno di incarognirsi tra loro... visto che ogni nano ha un "libro di famiglia", con le foto e un po' di informazioni, il padre ne ha fatto uno apposta dove della madre non compare manco un capello... a vederlo pare che Carioca sia stata partorita per scissione cerebrale, come Atena dal cervello di Zeus.

Matrioska invece prima era un diavolo della tazmania urlante, ora è felice e serena come non lo era da mai. Va in giro orgogliosa a spiegare che lei ci ha due case, due stanze e che farà due vacanze, che suo papà la porta a scuola con il croissant, che la mamma la viene a prendere e gli elargisce le ciambelle. Ogni volta che fa un disegno prende due fogli, chè uno è per la madre e l'altro per il padre. I due genitori in questione mantengono rapporti minimi ma civili.
Alice è figghia di separati praticamente da sempre e da sempre l'ha vissuta alla Matrioska, che ad avere due genitori in due posti diversi ci sono una serie di vantaggi non da poco, logistici e affettivi. E a lei nel complesso la cosa garbava. Ma poi sta anche a culo, eh.

Infine c'è Puffetta. Il babbo è nel pieno di una crisi di mezza età arrivata un po' all'improvviso, si è appena trasferito e lei, come la mamma del resto,  ancora non se ne fa una ragione... Puffetta al momento può piangere per oltre 10 minuti se un altro nano le acciuffa la bambola o le prende il posto a sedere. Puffetta, che prima era una bestia da palcoscenico, il collante della classe e la mente organizzatrice della banda, ora si dispera quando gli altri nani vogliono giocare con lei perchè "vuole stare da sola". Se non le danno il ruolo che vuole le si aprono i rubinetti e si scioglie in un fiume di lacrime. E' incredibile come gli altri nani, che hanno antenne tutte loro, seppure lei li respinga e li bistratti un po' non la perdono di vista un attimo, passano il tempo a cercare di aggraziarla, controllano che non pianga e, quando piange, si premurano che abbia abbastanza fazzoletti e abbracci costanti,  le cercano quel che le manca, le fanno da cerotto per l'anima.
Domani Alice e Vulcanica hanno un incontro con i genitori di Puffetta.
Puffetta è una delle nane preferite di Vulcanica.
Alice spera che Vulcanica non eviri il padre presa da cieca furia giustiziatrice, perchè negli ultimi giorni ha preso una posizione netta sulla vicenda...


Alice divorziatrice

Monday, March 28, 2011

school market

Questa settimana si apre il mercato.
Cioè questa settimana iniziano le contrattazioni individuali delle maestre con la capa per decidere dove e con chi saranno l'anno prossimo.

Alice ha fatto la sua wish list, l'ha spedita e adesso aspetta il verdetto.
Lei per l'anno prossimo vorrebe i nani di due anni o quelli di tre. Per carità non quelli di quattro, che a quattro qui devono imparare a leggere, a scrivere, a riconoscere le forme, i colori, lo spelling, a tenere il diario, a fare il calendario, le presenze, i test di intelligenza e le prove dei sette Saggi del Sacro Sapere....  e ad Alice viene l'orticaria, l'ulcera e la carogna.

Non le importata tanto con chi lavorerà quando con chi NON lavorerà.
E' stanca di Vulcanica, non lo vuole un'altro anno con lei.
Vuole anche evitare di finire in classe con Logorroika, ma non si può avere tutto dalla vita.

Ma la cosa più importante è che deve ricordarsi le regole della trattativa in società in ammerica:

Mai dire "No, guarda, non lo voglio fare" bensì "Preferirei di no, ma se me lo chiedi non mi tirerò indietro"
Non dire "Vorrei questo"  bensì "Sarebbe pazzescamente incredibile se potessi avere questo"
Non dire "queste sono le mie condizioni" ma "queste sono le mie speranze"

Che sennò finisce di nuovo che si ritrova ad essere, nell'ordine:
"Aggressive"
"Confrontational"
"Opinionated"

Roba bruttissima. Almeno quaggiù.

Alice contrattatrice
(Tanto non ce la farà mai, è più forte di lei...)

Saturday, March 26, 2011

Un Moai per Garibaldi

"Amor mio, usciamo a fare shopping!"
 "Grinta, ci sono meno due gradi, un vento che ti strappa la pelle come ai visitorz, odio lo shopping, ho finito le calze di lana disponibili, è sabato... perchè invece non mi uccidi subito e la facciamo finita?"
"Dai, lavativa pusillanime! Il sole brilla e abbiamo importantissimi acquisti da fare!"

Alice si trascina lungo la strada piegata come tronco di vite mentre il vento la flagella, il Grinta fischietta giulivo.
"Allora, cosa dobbiamo comprare di così importante?"
"Vedrai!" dichiara malizioso mentre saltella per strada.

Ci fermiamo davanti ad un grosso negozio di robe per animali.
Il Grinta spende esattamente 1 ora per decidere quale pianta acquatica comprare per Garibaldi, la rana sopravvissuta,  poi passa ad analizzare i possibili gadget da acquario... c'è il teschio di un coccodrillo, la casa di SpongeBob, Le palme dei caraibi, delle rovine maya... la scelta è difficilissima. Impossibile.

Tornano a casa con una piantina algosa immersa in un sacchetto pieno d'acqua e la testa di un Moai sforacchiata.

La ristrutturazione dell'acquario porta via l'intero pomeriggio, con il Grinta che gioca all'Interior Designer cercando di interpretare le espressioni facciali di Garibaldi, che senza dubbio a forti opinioni in merito "Secondo me qui gli piace di più... hai visto come guardava verso quel lato? O magari lo metto al centro, che dia maggiore visibilità alla pianta, per creare un accogliente angolo verde..."

Il Grinta è chiaramente in preda a un frog-moment.
Alice invece potrebbe avere un  omicide-moment da un istante all'altro.

Alice shoppingatrice

Thursday, March 24, 2011

Bernacca moment

Ieri mattina nevicavano fiocchi grossi quanto susine.
Ieri a piovuto per tutto il giorno.
Ieri sera ha grandinato.
Poi sono arrivate le locuste.
Stamattina le strade sono tutte imbiancate di neve.
Ci sono -3 gradi.
Alice non trova più i guanti, il cappello e la sciarpa.
Stamattina nevicherà e pioverà tutto il giorno.

Per favore, dite ad Alice che almeno due di queste affermazioni son false.

Alice invernatrice

Wednesday, March 23, 2011

C-ARTE

Domani Alice ci ha il Parent workshop.
I genitori dei nani verranno alla scuoletta Reggyo a vedere le prodezze e le meravigliose scoperte che la loro prole ha raggiunto negli ultimi 4 mesi.
Alice, che al parent workshop precedente aveva decantato le lodi dei giovani scrittori, questa volta presenta le strepitose doti creative dei nani alle prese con allestimenti di carta auto-gestiti.
Che lo so che detta così sembra una boiata pazzesca, però lei si è divertita una casino...




Alice ancora non capisce come possano ballare e saltare in mezzo a quell'intreccio di fili e di carta leggerissima senza demolire il tutto... eppure così è.

Le foto Alice tra 24 ore le leva, che son roba
pe ri co lo siiii ssssima
e lei come sapete sta in incognito.

Però ne è molto molto orgogliona. Ecco.

Alice pacioccatrice

Sunday, March 20, 2011

requiem

Cinque giorni fa Montessori, la rana pedagogica, è morta.
Probabilmente uno dei vermi che il Grinta le elargiva con amore ogni sera era contaminato, e Montessori si è beccata il balloon disease. La poverina prima si è maculata come un giaguaro poi si è gonfiata come il palloncino-rana di Fiona e Shrek, talmente tanto che non riusciva più a moversi o andare sotto il pelo dell'acqua.
Alice e il Grinta non pensavano di poter empatizzare tanto per una ranocchia, ma hanno scartabellato su internet per nottate tentando di capire che diamine ci avesse Montessori, sono corsi in cerca di antibiotici e depuratori d'acqua e addirittura, quando sembrava che tutto fosse perduto, hanno persino tentato un'operazione alla rana seguendo le indicazioni di un veterinario tedesco scovato sulla rete... terrorizzati all'idea di ammazzarla sotto i ferri e non dormire per notti in preda a sensi di colpa e sogni ricorrenti. Roba che la lega degli animali li arresterebbe quasi, varda. Ma non c'è stato nulla da fare, è morta il giorno successivo, da sola, nell'ampolla della quarantena.
Lascia un Garibaldi intimorito e solitario, che si nasconde spaesato nell'acqua giallo canarino (perchè per sicurezza mò Garibaldi si fa la cura antibiotica pure lui, poretto).
lascia anche un'Alice un po' preoccupata della sua salute mentale, chè lei non credeva di potersi sentire legata ad una rana, seppure pedagogica... invece mò guarda l'acquario senza più quella verde  cicciona frenetica e un po' di intristisce, varda te.


Alice ranocchiatrice

Friday, March 18, 2011

Crazy Poppins

Prendiamola larga e parliamo delle nannies, delle tate, delle Sante babysitter che a New York abbondano e fanno andare avanti il mondo.

Visto che siamo nella Grande Mela, il 99% delle nannies sono etniche, e potete scegliere quella che vi piace di più in base alla seconda lingua che volete il vostro nano impari nei suoi primi anni di vita.
Le nannies latinoamericane sono parecchio gettonate, a ruota abbiamo nannies che parlano la lingua originaria dei genitori: russe, cinesi, haitiane per il francese, filippine, indiane.... la comunicazione con loro talvolta è pressochè basica e va a gesti e disegnini perchè la terra comune dell'inglese è mininima.
Ma la stragrande maggioranza delle nannies sono donne di colore, giovani, vecchie, sportive o tradizionali, sono loro che affollano l'entrata per raccogliere i preziosi pargoli, e creano tra loro una sorta di comunità: si combinano appuntamenti al parchetto, si scambiano consigli, si aspettano.
C'è tra tutte loro la temibile eccezione, Crazy Poppins.
Crazy poppins è la babysitter di Girella.
Girella è una nana di due anni, ma ha la socialità di un PR da discoteca scafato.
Nulla la smuove dall'essere contenta, sorridente, curiosa e irruenta... Durante le passeggiate non si esime dal salutare e chiedere il nome a qualunque forma di vita incontri, uomini, cani o ratti che siano.
Ha una voce squlliante che rasenta l'urlo, ed una incredibile parlantina.
E' minuta ma potente, super snodata e secca come un grissino nonnostante abbia una dieta basata su donut glassate di rosa, donut al cioccolato e hamburger di McDonald.
Crazy Poppins, la sua babysitter, è chiaramente squilibrata. Guarda, nel vuoto, parla da sola, si dimentica Girella in giro. Principalmente, se le si vede per strada, è Girella che bada a Crazy poppins e la segue tallonandola.
Talvolta Crazy Poppins compariva con Girella 20 minuti prima dell'inizio della classe, le toglieva il cappottino e se ne andava, lasciandola da sola a saltellare beata e a parlare ai pesci dell'acquario nell'ingresso incustodito, così aveva 20 minuti in più per prendersi un caffè.
Per millanta volte le è stato ricordato che non può lasciare Girella da sola nell'ingresso e andarsene prima dell'orario di apertura della scuola, l'ultima volta è stata inseguita per strada da Vulcanica e pareva l'avesse capito.
Due giorni fa Crazy Poppins compare 40 minuti prima dell'orario, mentre Alice si sta mangiando la pasta alle cime di rapa dal suo bel tapperware, e inizia a urlare dall'ingresso "TEEECHEEER!".
Mentre le altre 5 maestre saggiamente fan finta di nulla, Alice che è scema si alza a va a vedere.
Trova Crazy poppins, Girella... e un'altra ragazza. Avrà probabilmente 15 anni, forse 17, via.
"Questa è Chrystal, resta qui con Girella fino all'una, ok? Poi la viene a riprendere"
"I genitori lo sanno? Perchè noi non abbiamo nessuna delega a parte quella con il tuo nome"
"Si si, i genitori san già tutto, han detto che va bene" Ripete 2 volte Crazy Poppins prima di prendere la porta e andarsene.
Alice va dalle cape, spiega la situazione e le cape decidono di mandare una e-mail ai genitori, giusto per spiegare che, va bene l'emergenza e i cambi di programma all'ultimo minuto, ma che per favore confermino la cosa e la prossima volta mandino una e-mail o un foglio firmato.

Ovviamente i genitori non sanno chi sia sta Chrystal.
Ovviamente Crazy Poppins telefona furente urlando "Perchè avete chiamato i genitori? Mi volete mettere nei guai? Vi pagano di più se rompete le palle al prossimo?"
Ovviamente Alice non è autorizzata a smollare Girella a Chrystal alla fine della lezione.
Alle 4, quando è il momento di andare e i nani cantano le loro quattro canzoni, si sente l'urlo furente di Crazy Poppins, potente come un Muezzin: "Gireeeella! Prendi il Cardigan! Gireeeella! Prendi il Cardigan!"
Al decimo strillo Alice strilla in rimando: "Crazy Poppins, se vuoi puoi entrare e controllare, ma non aveva nessun cardigan addosso quando è arrivata"
Crazy Poppins, marcia decisa col passo dell'oca, spalanca il cancelletto sbattendolo, lo lascia aperto e un branco di nani giulivi prende il largo prima che le maestre riescano a fermare l'ondata.
Vulcanica e Alice spiegano a Crazy Poppins che non può lasciare aperti  cancelli, Crazy Poppins risponde: "Io sono malata nella testa, meglio che non parlo, ma tu mi hai rovinato la giornata, perchè io lo so che hai chiamato i genitori, ma io sono malata nella testa quindi è meglio che non parlo, però tanto non mi licenziano, quindi fa lo stesso, io non parlo, ma se ti rovino la giornata non mi importa, ecco" Agguanta Girella, il paseggino dove il cardigan è rimasto per tutto il tempo e sparisce in un vortice di borbottii.
Da allora, Crazy Poppins gioca di passivo-aggressivo ed ha un nuovo mantra: "Qualcuno ha rubato la bambola-maglietta-matita-caramella gommosa di Girella, in questa scuola tutti rubano a Girella, è una bbergogna!"
Alice e Vulcanica, per sicurezza, catalogano gli averi di Girella manco fossero diamanti in una banca Svizzera.

Crazy Poppins passa con Girella 7 ore al giorno.
I genitori hanno tentato di licenziarla due volte, ma Girella ha dato talmente di testa che"entrambe le volte siamo stati costretti a riprendercela".
Da qualsiasi punto la si guardi, ad Alice sembra una situazione triste:
Girella adora la sua Crazy Poppins, probabilmente perchè è tutto ciò che conosce (e perchè le garantisce una dieta a base di zuccheri che ammazzerebbe un toro da rodeo!).
Crazy Poppins a suo modo adora Girella, probabilmente, e fa del suo meglio, che è  ma resta un soggetto parecchio svirgolato.
I genitori adorano Girella e la lasciano in potere di decisioni che, a 3 anni, non è capace di fare.

La buona notizia è che Girella è nata con una tale dose di allegria e argento vivo che, pure in mezzo ad un tornato, non smetterebbe di ridere.

Alice babysitteratrice

Tuesday, March 15, 2011

una roba da bambini

Stasera Alice si è fermata a scuola dalle 6 alle 7 emmezza per una introductory session sul mondo del kindergarten, ovvero sul decimo girone dell'inferno.
La scuoletta reggyo è per nani dai 2 ai 4 anni, l'ultima classe, ovvero i nani "grandi" viene chiamata pre-K. Dopo c'è il selvaggio mondo del Kindergarten per un'anno, e poi le scuole elmentari e medie, che in genere sono unite. Molte scuole pubbliche e private hanno quindi nani dai 5 ai 14 anni e oltre.
Come si sceglie il Kindergarten giusto?
Per intanto dovete muovervi in fretta, tipo almeno un annetto prima, quindi all'incontro c'erano i genitori dei nani trenni di Alice. Già in paranoia per dove mandare il figlio tra due anni.
Poi dovete scegliere se volete la scuola pubblica o privata. Visto che a Tribeca le scuole pubbliche sono fiche, c'è tanta gente che ci manda il pupo. Ce n'è talmente tanta che le scuole fanno una lotteria e i posti vanno ai fortunati vincitori.
Le scuole private invece selezionano.
Volete sapere come?

Per intanto quando mandate l'iscrizione dovete mandare un essay su vostro figlio, una bella presentazione di una pagina su quanto è fica la vostra progenie. "Concentratevi sui suoi punti di forza dal punto di vista cognitivo e sociale.Che così si fanno un'idea se avete un diavolo della Tazmania, un tocco di ricotta, un ammasso di neuroni inarrestabili o un nano medio-dotato." (dice Alice parafrasando l'esperta)

Poi c'è l'intervista con i genitori.
Come diceva la l'esperta, quando andate ai tour e agli appuntamenti introduttivi ricordatevi che non siete voi che scegliete la scuola ma la scuola che sceglie voi. Siate carini, non fate domande arroganti, e ricordatevi una regola d'oro: qualunque domanda che inizi con "mio figlio-figlia..." è una domanda sbagliata.
"Le scuole vogliono bambini che sappiano adattarsi armoniosamente, non ovetti di porcellana da tenere sottovetro o maneggiare con cura.
Chiedete cose generali, in maniera educata... mandate il messaggio: "Qui è tutto meraviglioso, e maggico, voglio proprio sapere come fate a fare questa meraviglia!"
Le scuole vogliono genitori che non romperanno le palle nei prossimi dodici anni in cui vi terrano la creatura, dimostratevi alla mano e collaborativi. Gli esaminatori sono lì per sbattervi fuori, fate in modo di non dargliene motivo" (dice Alice parafrasando l'esperta)

Poi c'è l'intervista del nano.
In genere viene fatta a gruppi. Preparate vostro figlio, spiegategli che andate a giocare in una scuola nuova per un po', che ci saranno delle maestre che gli diranno cosa fare e che deve ascoltare, ricordategli di essere educato ma non mettetegli addosso troppo pressione, per lui deve essere un momento divertente, non deve viverlo come un'esame. Eccerto.

Ricordatevi che su cento rifiuti, 99 vengono fatti sulla base dei genitori e uno solo è dovuto al comportamento del nano durante l'intervista, nel caso morda un'insegnante bestemmiando in croato o si ingoi il tappo di un pennarello mentre urina sulle verdure diplastica.

Infine non dimenticatevi del test.
Tutte le scuole, anche quelle pubbliche, richiedono il WPPSI-III, (pronunciato “whipsy"), che è una sorta di misuratore del Q.I.
Del vostro nano.
Di anni 4.

Il test è diviso in 8 parti, 4 linguistiche e 4 di logica.
Le parti linguistiche sono:
Vocabolario: come si chiama quel pezzo di stoffa con cui ti soffi il naso?
associazioni di parole con spiegazione: cucchiaio e forchetta stanno assieme perchè...
Argomentazione: "Che cos'è una casa?" oppure "Cosa succede se metto la mano sul fornello della cucina acceso?"
Storie disegnate da rimettere insieme in sequenza.

Le parti logiche sono:
Scarto dell'oggetto sbagliato: Cucchiaio, forchetta, coltello, forbici... quale levi?
Una costruzione da rifare uguale.
Sequenze: rosso blu giallo, rosso blu giallo, rosso... cosa viene dopo?

Indovinelli: "penso ad una cosa di vetro, trasparente, che mi serve per bere, cos'è?"

L'esame dura dai 35 ai 90 minuti, a seconda della velocità del nano, a porte chiuse con la mamma fuori.
Vedete di non dargli troppi zuccheri la mattina, e assicuratevi che dorma bene.
Il test non si può rifare.
Ma ci sono associazioni private che, per 1000 dollari, vi "allenano" il nano per il test.

E adesso che vinca il più folle!

Alice perplimatrice
Tremolina è arrivata nè!
Sta bene, anche se completamente spampinata dal fusorario di 12 ore... dopo 3 settimane in giappone a cincischiare in giapponese faticava un po' in mezzo al branco di nani che se la contendeva, la stordiva di chiacchiere e se la passava di abbraccio in abbraccio.
Come molti di voi commentavano, dove abitano loro non è stato così teribbile, che poi Alice nello scrivere si è sconfusa, che il villaggio è a sud est, ma comunque abbastanza a sud da non aver subito danni troppo seri.
E poi sì, alla fine una e-mail corta corta Alice l'ha mandata, a cui il pater non ha giustamente risposto, ma fa uguale, che oggi al vedersi arrivare quelle due stanche morte direttamente dall'aereoporto ("così si riassesta subito sull'orario ammericano") e con ancora le valigie sul taxi Alice se ne è pure un po' fregata delle differenze culturali e del pudore giapponese se le abbracciate tutte e due, così, per aggiungere trauma al trauma.

La migliore amica di Tremolina l'ha accolta con un'esplosione di gioia e incazzatura da abbandono:
"Tremolina, che hai fatto in Giappone?" indaga con aria corrucciata
"Ho giocato"
"Eh, ma non con me! Mi sei mancata tantizzimo... vabbè vieni, dai, ora tu eri malata, avevi la cacca molle, e io ti curavo con le uova e la zuppa di ragni, poi mi ammalo io,ok? E tu mi curi con il pesce e mi metti a letto con la bambola, il cane e la bottiglia d'acqua..."

Bentornata alla normalità, Tremolina.

Saturday, March 12, 2011

waiting

Tremolina, una delle nane della classe di Alice, è partita due settimane fa.
Tremolina è silenziosa, bellissima, educatissima, spesso e volentieri un po' imbronciata, disegna omini-girini di tanti colori, odia sporcarsi, quando pensa si stropiccia sempre un codino.
E' nel sud-ovest del Giappone assieme alla mamma, per i funerali del nonno, dovrebbe tornare lunedì.
Alice smanetta su internet da un po', ma non riesce a trovare da nessuna parte un modo per capire se e quanto il villaggio in riva all'oceano dove al momento è Tremolina sia  stato colpito dal terremoto.

Alice si chiede quanto si può capire di una cosa così a tre anni.
Alice si chiede anche quanti anni di vita abbia già perso il babbo, rimasto qui mentre moglie e figlia sono laggiù.
E vorrebbe scrivergli una e-mail, ma pensa anche che ci saranno già tanti altri a chiedere, chiamare, mandare messaggi, e teme di rompere le palle.
Allora continua a girare su internet.
Se le trovate un sito, una mappa o qualcosa al riguardo la fate felice, ecco.

Alice aspettatrice

Thursday, March 10, 2011

lo zen aggressivo

In cucina, il Grinta sorseggia una tisana, Alice legge un libro.
Di punto in bianco il Grinta sorride.
Si avvicina ad Alice e con voce stentorea scandisce:
"Stronza!"
"Eeh?"
"Che vuoi?"
"?!"
"Medita!"
"Scusa?"

"No, niente, seguivo consigli terapici, bbona la tisana! Amore, vado al cesso"
E con aria soddisfatta si dirige in bagno.








Ma io dico, Grinta,
com'è che pure un'azione semplice come bere una tisana tira fuori il pirla che è in te?!




 Alice tisanizzatrice.

P.s. e da domani tè sciolto per tutti, che sennò ogni tazza scatta 'na guerra...

Tuesday, March 8, 2011

The winner is... Tutti voi, dai!

Oh, ma quante belle risposte!
Ah, che emozione!!
Intanto grazie a tutti voi nè, che siete stati proprio bravi e avete avuto voglia di delirare con me su sta roba... soprattutto a quei commentatori silenziosi che si son fatti avanti... ben arrivati! Mo vedete di non sparire di nuovo avvolti in un alone di mistero, vè!

Alice e' anche particolarmente fiera di se' perche', nel suo intento di oggettivita' ha giocato un po' sporco, ed ha reso la posizione che non condivide la piu' appetibile.
E qui per intanto rullo di tamburi e ola... oooohhh...  mega scoop!
 Alice e' la numero 1, la la nazista emotiva! Muha ha ha haaaa!
(Oh, non penziate che non lo sappia ne'! )

Ora pero' vi beccate tutta la filippica, siete pronti?
Ecco riassunto (più o meno, anzi no, mica tanto riassunto) in 3 punti perche' Alice e' ancorata con le unghie e coi denti alla posizione 1:

PRIMO
per la posizione 2 ogni emozione ha diritto di esistere, va accolta cosi' com'e' e al massimo e' importante lavorare sulle "azioni":
Tipo:
CiccioPuzzetta cade, io godo. E' un mio diritto godere. Pero' devo imparare a trattenere la risata e a passare il mercurio cromo, cosi' da essere socialmente  accettabile. Posso provare quello che mi pare, ma e' importante che le mie azioni, e solo quelle, siano "giuste", non importa se sconnesse da quel che penso, provo, credo.
Questo discorso per Alice e' da schizofrenici. A questo punto preferisce un bambino che ride in faccia a CiccioPuzzetta piuttosto che uno psicopatico che finge empatia senza provarla.

Alice non ci crede, che ogni emozione ha diritto di esistere, in qualsiasi situazione.
Certo, non e' possibile controllare la nascita di un'emozione, ci incazziamo, soffriamo, amiamo spesso senza apparenti motivi e ci danniamo la vita per questo... ma possiamo razionalizzare, empatizzare, cercare di capire da dove arriva l'emozione e modificarla, controllarla, capirla... insomma, rimboccarci le maniche e darci dentro di autocoscienza per smussare gli spigoli.
Ma gia' il solo "rimboccarsi le maniche" implica la consapevolezza che c'e' qualcosa su cui lavorare, che certe emozioni non sono cosi' sane, e quindi, detto parlando come si mangia, che sono "sbagliate". Se io vivo convinta che qualsiasi cosa provo va bene, non mi mettero' mai in discussione, non provero' mai a capire perche' mi arrabbio, mi spavento, mi schifo, perchè mi avvalgo del diritto di provare quel che mi pare, quando mi pare, con l'intensità che mi pare.
Ci sono emozioni che sono sbagliate perchè:
-non funzionano per noi (tipo quando amo una merda di uomo, o quando mi vergogno di me stessa)
-sono sconnesse con la realta' (quando mi arrabbio per qualcosa di sciocco o superficiale, o con qualcuno che non ha colpa solo per sfogarmi un po')
-non rispettano l'altro (tipo quando godo per sventure altrui o invidio qualcuno senza apparente motivo...).

Accettare che tutte le emozioni abbiano diritto di esistere e vadano rispettate ad Alice pare assai pericoloso.
(Ora gioco sporco, siete pronti?)
... va bene  disprezzare  i negri, gli zingari o la gente che non la penza come mme'? In fondo si tratta di un emozione, che colpa ci ho se mi sfranfuglia? (almeno finche' non vado in giro a dargli fuoco o a sterminarli con un kalashnikow, come specifica l'opzione numero 2)
... va bene di godere davanti a mia madre che piange? (Basta che faccia finta che mi spiaccia pero'!)
E' giusto se mi vergogno di me stessa perche' sono lesbica, o brutta, o grassa, o vecchia, o quel che vi pare? (purche' gli altri non se ne accorgano!)

Io credo che, se piu' gente ci ragionasse sopra, alle proprie emozioni, invece di prenderle come dati di fatto, che esistono, cristallizzati e intoccabili, le cose non sarebbero poi cosi' male.


SECONDO
La vergogna!
Tutte le college sono unite nel crede che la vergogna per le proprie emozioni sia qualcosa di terribile, che non va mai provato, che rovina l'autostima, che distrugge l'ego e la sicurezza.
La vergogna e' menzionata solo nell'opzione 1 perchè Alice è l'unica a ritenere che, vergognarsi delle proprie emozioni, non sia sempre 'na roba teribbile
(Questo non significa che Alice va in giro a dire "Sei geloso-sadico-iroso? Vergognati!" è nazista, ma mica pazza!)

Ora, famo un'esempio semplice:
Entro in metropolitana, c'e' un barbone accampato dentro. La prima reazione e' paura e disgusto: e grande e grosso, puzza di urina, ha un'infezione al piede scalzo e nero. Poi empatizzo, spendo un po' di tempo (mica poi tanto, anche solo 5 secondi) a pensare alla sua vita e mettermi nei suoi panni, e mi spiace per lui, e mi vergogno per il mio primo pensiero, perche' era istintivo, ma anche parecchio superficiale. A me' quella vergogna li' pare una cosa buona, qualcosa che mi aiuta a far meglio la prossima volta, non qualcosa che mi tarpa l'ego o mi rende insicura.
Ancora:
La mia amica ha un lavoro nuovo. Taaanta invidia, che' quel lavoro lo volevo anche io, e non e' giusto che lei ce l'abbia e io no,  io lo farei pure meglio di lei, perche' lei si' e io no?
Poi mi fermo, mi ricordo che e' la mia amica,  e come me probabilmente anche lei lo voleva tanto quel posto, e allora mi vergogno per essere meschina e provo a godere della sua gioia, ed ad essere un'amica migliore.
Ci sono casi in cui, si passa attraverso la vergogna e se ne esce fuori,  in un certo senso, migliori, o almeno un po' piu' cresciuti. Nel riconoscere i propri errori, la vergogna è uno stimolo potente, se dopo aver fatto una gran boiata mi vergogno, quell'emozione è un grosso stimolo a non farla più in futuro e a starci più attento.

TERZO
L'ultimo motivo per cui ad Alice non piace la posizione 2 e' che la trova disonesta:
Se davvero crediamo che le emozioni "sono" e che ciascuno ha il diritto di provare quel che glie pare, allora perche' "lavorare" sulle azioni?
Se io ho il diritto di essere contento quando tu cadi, perche' non posso pure ridere e prenderti per il culo?
Perche' e meglio provare una cosa e farne un'altra?
We are what we do. 

E soprattutto, come hanno notato in molti, le due posizioni "fanno" la stessa cosa.
In nessuno dei due casi si punta a "far vergognare" o a giudicare verbalmente. Entrambe le fazioni, come molti di voi hanno commentato, fan la stessa roba: avanti ad un nano che prova un'emozione "sbagliata", intervengono per aiutare a empatizzare, a mettersi nei panni dell'altro, a cercare di capire cosa ci sta dietro.
Ed è per questo che, secondo Alice, l'opzione due è una balla, perchè anche le maestre che abbracciano l'opzione 2 credono che ci siano emozioni "inappropriate" (sennò scusa, che intervieni a fare?), ma sostengono di lavorare solo sull'azione, e di lasciare al nano il diritto di provare quel che piu' crede.
Ad Alice pare un modo per non prendersi la responsabilità di quello che davvero si sta facendo, un far finta di non vedere. Questo soprattutto nella classe, davanti ai nani, perchè ci sono espressioni, intonazioni e modi di dire che comunque mandano un messaggio che è chiaro ed è "non sono felice di quello che stai facendo, vorrei che tu cambiassi" ed è una cosa forte, da usare con cautela e con buonsenso (ma questo anche in generale nelle relazioni con gli altri).
Se agiamo sulle azioni è perchè speriamo portino ad una modificazione dell'emozione che ne è all'origine, perchè riteniamo non sia sana, non sia "giusta" non sia costruttiva e bla bla rabla...
Oppure stiamo semplicemente crescendo una generazione di ipocriti.

Ancora un paio di cose:
Se uno cade e io rido perche' sono spaventato, la risata e' l'azione, ma lo spavento e' l'emozione, ed e', a mio parere, (nel mio catalogo nazi-emotivo) piu' che appropriata.
Un altro discorso e' se io godo come un riccio a vedere qualcuno ferito, ma trattengo la mia goduria, e esteriormente passo il fazzoletto e il mercurio cromo. In questo caso l'azione e' giusta, ma l'emozione e' sbagliata.
Va da se che nessuno intende "far vergognare" il nano in questione per l'emozione, ma Alice sa che, talvolta, quando il nano ripensa a quel che ha detto e fatto, la vergogna arriva comunque, e lei se ne prende la responsabilità.

Ultimo esempio poi la pianto, giuro, ma è successo proprio oggi e casca a puntino:
Prezzemolina e Barbie si tengono per mano, vanno in cerca di Svampita, le si piazzano davanti e partono con voce da coretto: "Vedi, tu non sei mia amica, io gioco solo con lei gne gne gnenee" Svampita incassa, in silenzio, le due sorridono ed iniziano un teatrino, a beneficio di Svampita, fingendo di non averla davanti: "Vero che siamo amiche?, Vero che lei non è amica nostra? Vero che non la facciamo mica giocare con noi?"
Quando Alice interviene, si limita a prendere le due Sbirule da parte, e chiede ad entrambe come si sentirebbero al posto di Svampita. Mentre  Barbie svicola e fa la vaga Prezzemolina è chiaramente a disagio e si vergogna. Quando Alice si allontana, senza ulteriori indicazioni o suggerimenti, Prezzemolina si avvicina a Svampita e sussura "Anche tu sei mia amica, sai, possiamo giocare assieme, te tieni la bamola e io la vesto".
C'è vergogna, eccome. Ed è stata Alice, per vie nemmeno molto larghe, a portare Prezzemolina a vergognarsi per aver umiliato un'altra persona gratuitamente. Se quella vergogna è il costo per una maggiore empatia e rispetto reciproco, a lei pare un prezzo ragionevole.

Alice nazi-emozionatrice

Ah! Menzione d'onore al commento di Giovanni Angelo ... sei ufficialmente il mio mito!
E ad Adoratrice per la poesia, bellerrima.
E ad Antonio Machado pure, perchè qui ho già detto abbastanza, ma è vero, c'è un enorme aspetto sociale e culturale che bisogna considerare.

E a tutti voi, se avete voglia di chiacchierare ancora, fatevi avanti, che 'sta "emotion-fight" andrà avanti ancora per molto... è stata ufficilamente dichiarata la discussione del mese!

Monday, March 7, 2011

Usiamo l'aiuto del pubblico... (Che siete voi, pigroni!)

C'è stata questa fervida discussione tra Alice e l'intero gruppo di maestre della scuoletta Reggyo, Alice pensava una cosa, e il resto della massa, ma proprio tutte tutte, un'altra.
E allora Alice ha pensato di chiedere il parere dei suoi lettori per vedere un po' se lei l'è l'unica bischera che la pensa così, o se magari è una roba culturale da imprinting italico.
E per fare le cose per bene vi comunicherà quali erano le diverse posizioni senza svelare la sua, che si si sa mai che poi magari volete solo farla contenta e rassicurarla che non è pazza, e lei invece ci terrebbe a raccogliere dati oggettivi... siete pronti?

Allora, la discussione verteva su un piano filosofico educativo, mica pizza e fichi, ed era sulle emozioni. In particolare era su come reagire di fronte ad un nano che ha emozioni "inconsuete".
Per emozioni intendiamo robe tipo paura, rabbia, gioia, vergogna, invidia, euforia...
Dunque...

Prospettiva 1
Ci sono emozioni corrette e emozioni scorrette, emozioni giuste e ingiuste, appropriate e inappropriate:
Per esempio, qualcuno si fa male, e io sono contenta. Quell'emozione è un emozione sbagliata che devo correggere. Per correggerla, invece che ridere in faccia al ferito sanguinante, devo ricordarmi che potrei essere al suo posto, devo ricordarmi che soffre e che soffrire è uno schifo e devo correggere la mia emozione, per essere una personcina per bene. Per capire che l'emozione è sbagliata, devo empatizzare, prima, e vergognarmi, poi. Quindi vergognarsi delle proprie emozioni negative è bene e giusto, aiuta a razionalizzarle e a passare oltre.

Prospettiva 2
Le emozioni non hanno valore, semplicemente esistono, non possono essere giudicate e non si può giudicare una persona per le sue emozioni.
Se qualcuno si fa male e io sono contenta non posso essere giudicata perchè non posso controllare le mie emozioni. Posso però controllare le mie azioni e quindi, anzichè ridere in faccia a mio fratello, devo imparare a passargli il cerotto e il mercurio cromo. Non devo mai vergognarmi delle mio emozioni e nessuno dovrebbe mai farmi vergognare delle mie emozioni, perchè non ne ho colpa, e sennò cresco insicuro e confuso.

Bene, ora vai con il televoto!
Tutto quello che direte verrà utilizzato prossimamente da Alice, chè da discussione è ancora aperta e accesissima!

Alice questionatrice

P.s Se non rispondete al quesito Alice vi odierà.

Katrina

Lungo il tragitto verso la Swamp il Siòre della swamp ha attraversato New Orleans est,  ha iniziato a raccontare, e Alice e il Grinta hanno visto. Che poi più che quel che vedi e quel che non vedi.
La zona est, che è dove Katrina ha colpito, non è una zona turistica, era un'area residenziale. Ora è una città deserta. Case, viali, negozi, senza un'anima o una macchina.

I centri comerciali e gli ospedali che si vedono sono stati più o meno ripuliti ma sono tutti chiusi "i dottori e i negozianti non sono ritornati, tutto e' rimasto vuoto... persino le chiese non hanno piu' riaperto!"  racconta il siore della Swamp. "Io ho una casa lungo il fiume, ne ho visti di uragani, tornadi e alluvioni... la mia casa era una casa palafitta, a 6 piedi d'altezza. Sono case pensate apposta per farsi beffe del fiume: quando il fiume sale passa sotto e noi non ci bagnamo manco la punta dei piedi! Ma con Katrina la mia casa e' finita tutta nel fiume, quando son tornato non c'era piu' niente. Ora piano piano la stiamo ricostruendo... e questa volta la facciamo alzata di 10 piedi dal suolo, ci aiutiamo tra vicini... siamo in pochi ad aver deciso di rimanere, ma io mica me ne vado! Sono nato e cresciuto vicino al fiume, lui va e viene, ma io resto"

La zona era abitata da ceti medio bassi, e dopo l'uragano chi ha potuto se ne è andato ed ha ricominciato altrove. Ora, se uno non paga le tasse sulla casa per oltre due anni, lo stato la confisca, quindi la maggior parte delle persone che si sono ritrovate con il culo per terra e costrette a restare, dopo due anni hanno perso la casa e sono finite per strada.
C'è una zona lunga circa un chilometro, di case piatte, di mattoni a vivo, senza vetri alle finestre; un sacco di persone si sono accampate lì, senza acqua, luce o diritti, non pagano l'affito nè le tasse, sopravvivono come possono e la cosa dà terribilmente fastidio a chi come il nostro autista invece sta ricostruendo pur essendo strozzato dai debiti "Io pago, e la mia casa ancora non è finita, loro stan lì accampati e lo stato non li caccia nemmeno" E' quella guerra tra poveri e ancora più poveri che si vedeva anche nelle campagne Argentine, dove chi ha poco guarda con diffidenza a chi ha niente.

Ma d'altro canto che ci fai in un posto dove non c'è nulla, i tuoi figli non hanno una scuola dove andare e tu devi farti i chilometri per comprare il pane o trovare un dottore? Ci resti solo se sei intrappolato e non hai altre alternative.

Quindi al momento la zona che era più danneggiata è pulita ma deserta.
Le zone turistiche, come il French Quarter e il Garden district, non sono state praticamente toccate dall'uragano, l'acqua non è andata oltre i due piedi, e in alcuni punti non è arrivata proprio.

Le agenzie turistiche offrono, per prezzi ragionevoli, i "Katrina Tour", visite guidate su pulmini che, per circa 40 dollari vi portano nell'area Est di New Orleans.
Alice e il Grinta non hanno fatto il Katrina Tour, perchè ad Alice la cosa sembra lugubre e ha avuto uno dei suoi soliti pensieri un po' cosi': "Se mi vola via la casa e restano solo i muri, se qualcuno che amo crepa in una tragedia del genere, se io perdo il posto dove vivo e poi c'è qualcuno che, dopo qualche anno, si fa i soldi passando con un pullmino turistico a vedere le macerie della mia vita, io a quello lo sputo e il pulmino glielo brucio". Questo l'Alice-pensiero nè, ma ci sono altre mille punti di vista e mille buone ragioni per cui  andare a fare un giro nelle macerie potrebbe essere invece doveroso e giusto... quindi se ci andate e lo fate, poi ditemi com'era.

Alice raccontatrice

P.s. Poi ci sono storie con un lieto fine, come quella raccontata dalla chef del The Green Goddess, che ha aperto da meno di due anni ed ha un menù piccolo, strano e strepitoso (il Grinta mi ha costretto a fotografarlo, vuole provare a copiare almeno un paio di piatti).
"Lavoravo come cameriere in un ristorante. Dopo Katrina ho perso la casa e pure il lavoro, visto che il locale non ha mai più riaperto e il cuoco è scomparso... Non sapevo cosa fare e allora mi son detto 'Sai che c'è, ho quasi 60 anni, se non mi butto adesso che non ho più nulla da perdere quando ci provo?' Ho preso un prestito, ho iniziato con 5 tavoli e un aiuto tuttofare... non avevo mai fatto il cuoco ma amo cucinare e amo inventare cose nuove... e ora sono qui, ed è incredibile: mi diverto, alla gente piace la mia cucina, ogni mese invento qualcosa di nuovo, alle volte va, alle volte no, ma è anche questo il bello!"
P.p.s. Questa storia è per tutti, ma soprattutto per qualcuno ;-)

Sunday, March 6, 2011

un gatto attaccato ai marroni

6.15, domenica mattina.
Un miagolio acuto spacca il silenzio, ed una bianca palla di pelo appare alla finestra della topaia. E' un micio bellissimo che chissà come si è arrampicato fino al quarto piano sotto la fredda pioggia mattutina.
Alice, mezza addormentata, non ci pensa su molto, apre la finestra, la richiude e ritorna nel letto.
Il gatto si aggira sospetto per casa, che coccolo, che tenerino!
finchè impazzisce davanti al suo riflesso allo specchio: inizia a soffiare selvaggio, ulula, e ringhia.
A quel punto Alice si rialza, copre lo specchio con un lenzuolo, il gatto la guarda con sguardo assassino soffiando come una vaporiera e truce si rintanta sul davanzale della finestra, da dove ogni tanto continua a soffiare rabbioso.

Alice ritorna a dormire, ma non sa bene che fare... l'istinto sarebbe di prendere l'ingrata massa di pelo e buttarla nuovamente sotto la pioggia, ma sa che il gatto probabilmente è di qualcuno nel palazzo, e poi lei è cresciuta guardando la pubblicità della Barilla... non ce la può fare.
Il Grinta offre un po' di latte, il gatto soffia.
Alice gli si avvicina, il gatto soffia.
Alice pensa vafanculo, gatto, dai che è domenica!
Si alza e si fa una colazione, sovrappensiero si ridirige verso la camera da letto e incrocia il gatto, sdraiato in mezzo al passaggio, che soffia ringhia e tenta di attaccarla alle gambe... Alice caccia un urlo indignato, si difende con un tomo di fotocopie, il Grinta da letto sghignazza e dice "va là, ci penso io..." si avvicina, temerario, protetto solo dalle usurate mutande e dai peli rigogliosi e si sitrova in meno di un secondo a battere in ritirata saltellando verso il letto con il gatto che ululando gil si avventa contro.

Insomma, siamo in ostaggio.
Alice ha già bussato alle porte di tutto il condominio, ma nessuno apre.
Lei e il Grinta sono rifugiati in cucina, ma se qualcuno ha qualche suggerimento su come procedere per un esorcismo felino prego, si faccia avanti!

Alice gattaratrice

Delitto perfetto

Oggi, 6 marzo 2011, Alice e il Grinta hanno smontato il loro Ta-Pino di Natale.
Mbe'?
Hanno tolto i festoni e imballato le palline, han raccolto l'ultima pioggerellina di aghi di pino e hanno salutato la stagione invernale.
E alora?
Un po' prestino secondo Alice ma vabbe'.
Perche' Alice e' pazza, e ci ha questa cosa per cui le piace tenere l'albero in casa fino alla fine e oltre, soprattutto qui in ammerica dove l'albero è un pino vero, che profuma e perde gli aghi e ci ha la resina... le sembra di averci un pezzetto di furesta in camera da letto, ecco.

Pero' la città di New York raccoglie gli abeti solo fino al 20 di gennaio, quindi Alice e il Grinta hanno un problema.
Hanno un pino illegale da smaltire.

Per tutto il pomeriggio il Grinta si e' riscoperto Geppetto, ha tagliuzzato i rami piu' grandi e sminuzzato i rametti piu' piccini.
Ora Ta-Pino e' alto, secco e spigoloso come una modella da copertina patinata.

Domani lo smembriamo, poi lo imbustiamo in sacchetti diversi e lo spargiamo nella munnezza un po' alla volta, per non dare nell'occhio.

Bah! E lo chiamano il paese delle liberta'...

Alice pinizzatrice

Saturday, March 5, 2011

piovono nani

E Alice torna al lavoro dopo questa bella vacanza e scopre che la capa, la padrona della baracca, le ha piazzato una trappola mortale per nani nel bel mezzo della classe.
Da ormai un anno nella scuoletta reggyo c'è un "loft committee". Il loft committee lavora nella creazione e progetttazione appunto del benedetto loft, una sorta di casetta, una struttura rialzata, che dia un tocco di classe e avventura alla nostra classe, l'unica sfigatella della scuola che ancora nun ce l'ha.
Gli altri loft sono stati comprati prefabbricati, sono solidi, spaziosi e se proprio vogliamo trovargli un difetto sono un po' monotoni, ma insomma, servono al loro scopo loftifero.
Per il loft della classe di Alice si pensava a fuochi d'artificio e a creazioni degne del colosseo:
"Deve avere più livelli, un pavimento con zone di vetro per creare comunicazione e scambio, ogni lato deve essere fatto con materiali naturali che offrano diverse esperienze sensoriali, vanno aggiunti materiali architettonici che ricordano il quartiere circostante per simboleggiare lo scambio e l'interazione tra scuola e società, i bambini devono poterlo usare come luogo per meditare ma anche come strumento per giochi motori, deve avere contrasti, luci, ombre, zone soffici, zone dure, scale, scivoli, reti, carrucole e mio nonno in carriola con le mutande viola"
Tutto bellissimo.
Tutto bocciato perchè terribilmente caro per i parametri della capa.
Dopo un'anno che il loft committeee se la canta e se la suona, arriva la decisione finale:

"Compriamo una struttura in realtà pensata per l'esterno, perchè non abbiamo un giardino e vogliamo che sia un posto dove i bambini possano arrampicarsi, sperimentare con il proprio corpo, sfidare la gravità"
Va bene.

Quello che arriva e viene montato durante le vacanze è una cosa enorme, che si mangia il 30% della classe di Alice, e la cui piattarfoma più alta raggiunge il metro e ottanta di altezza, con proporzioni e protezioni adatte a bambini di 7-9 anni.
Ora.


Ora, dal punto di vista motorio un bambino di 7-9 anni sta a un bambino di 2-3 anni come un criceto a una scimmia. Sono entrambi molto veloci e molto elastici, ma a prontezza di riflessi, stazza e coordinazione ci sta n'abisso.

La scala verticale è talmente larga che i nani non riescono ad aggrapparsi ad entrambi i pali, han le braccia troppo piccole. Gli scalini sono montagne, ad alcuni arrivano alla pancia e ci si trascinano sopra come foche sbilenche tentando di raggiungere la cima.
3 punti delle struttura danno direttamente sul vuoto, ad un'altezza di 1 metro e 80 centimetri, e se un nano decide di fare un passo e manca lo scalino di legno, inciampa, o perde l'equilibrio precipita dritto come un fuso sul pavimento.
In altri tre punti la struttura stessa incoraggia l'arrampicata e lo scavalcamento del parapetto.
Un lato ha una parete con attacchi da arrampicata alta invece 1 metro e 90 con una pendenza di 75 gradi (misurata, mica inventata).
Che manco Messner tra un po'.
Oggi, a gruppi di 4 Alice tenta di far fare amicizia ai nani con il nuovo colosso e corre da una parte all'altra acchiappando nani che si scartavetrano lungo il muro da arrampicata, dirigendo il traffico in pericolosi ingorghi in zone nevraligiche e spiegando in particolare a Pisolo che se stacca entrambe le mani dai pioli non è bene. Passa la capa, scuote la testa e interviene "No, no, noi siamo una scuola reggyo, non devi dirgli cosa fare, lascia che lo scoprano da soli, hanno l'istinto, sono capaci"
"Capa, non sono scimmie, sono bambini, da soli scopriranno solo l'ebrezza del trauma cranico, non vedi che la struttura non è autosufficiente? Possono cadere da almento 5 punti diversi da un'altezza tre volte la loro!"
"No, no, non cadono, non posso cadere"
"A davvero? Son pieni di elio? O rimbalzano da 1 metro e 80 come palline antistress?"
"Questo loft è stato fatto da esperti"
"Questo loft è per bambini alti il doppio"
"No, è per bambini di 3 anni"
"Capa, guardali. Sono come un branco di criceti che tenta sovraeccitato di arrampicarsi su una ruota panoramica"
"Metti in dubbio gli esperti? Sono esperti! Lascia che i bambini esplorino liberi"
"Capa, voglio plexiglass in almeno 4 punti, e voglio che chiudi la scala a pioli, non vedi che i pioli sono troppo distanti per loro?"
"No, niente plexiglass e vergognati, non hai fiducia nei bambini, li contagi con le tue paure, loro hanno l'istinto, non cadono ti dico"
"La mia paura le persone normali la chiamano senso logico..."
"Non devi dirgli cosa fare! Se gli dici cosa fare cadono! Devono seguire sè stessi, è una cosa naturale... lasciali che facciano da soli"
"Dammi un loft adatto alla loro età e i li lascio da soli. Ma se mi metti 5 nani di 2 e 3  anni a quasi due metri d'altezza in un struttura che non è per loro, non rompermi le palle se per lo meno gli spiego come coordinare mani piedi"
"L'istinto, l'istinto! Malaguzzolo dice che i bambini sono capaci e automoni..."
"fammela dopo la lezioncina su Malaguzzolo, che ora sono un pelino impegnata... Almeno fammi chiudere la fuckin' scala a pioli, che non sono un polipo e non posso stare in 3 punti diversi!"
"Ecco, vedi, poi te ne vieni fuori con questa tua aggressività italiana... chiudi la scala a pioli, ma niente plexiglass! E poi tu devi cambiare la tua attitude!"
(Alice si dimentica sempre che Fukin' qui è roba grossa, e questi americani bigottoni le tarpano la sua creatività espressiva)
Alice li ha contati.
5 salvataggi in extremis in 40 minuti.
Ma secondo la capa i bambini ci hanno l'istinto. Forse l'istinto al suicidio...

Alice acchiappatrice (di nani in caduta libera)

Tuesday, March 1, 2011

swamp

A circa mezz'ora di macchina da New Orleans ci sono le swamp.


Swamp è la palude, che non va confusa con la marsh, che credo potrebbe essere tradotta con acquitrino... la differenza è che la swamp ci ha li alberi, e pure grandi assai, la marsh no, ha solo le pianticelle basse.
A portare in giro sul barcozzo Alice e il Grinta c'è Capitan Charlie, un tipo che Alice sposerebbe subito, fosse anche solo per la voce cadenzata e per quell'aria rilassata  con cui guida il barcozzo tra tronchi, radici e bestie feroci, ma vabbè.






Nella palude ci trovate i serpenti, appolaiati a prendere il sole sui rami

Le tartarughe, che stanno a gambe all'aria e sembra che debbano spiccare il volo, e a quanto pare è perchè raccolgono il calore principalmente dalle zampe.















E gli alligatori.

Gli alligatori non sono aggressivi, sono più piccini dei coccodrilli, e non dan fastidio a nessuno. Durante l'estate se ne vedono a bizzeffe, e nelle stesse acque la gente nuota, fa sci d'acqua, pesca, si spiaggia... Capitan Charlie ci fai il bagno assieme da quando ha 3 anni. Hanno un'aria molto giogiona e rilassata.

Se vi trovaste mai davanti ad un alligatore arrabbiato sappiate che AMANO i marshmallow.
A dimostrazione che questi lucertoloni sanno come godersi la vita.








Lungo il fiume ci sono le "case da vacanza"

Sono baracche in cui la gente di città viene a riposare, a pescare gamberi e a bere birra con gli amici. Sono case pericolanti, tirate su alla buona,raggiungibili solo via fiume, senza acqua corrente... diciamo che servono per fare un campeggio più chic.
E dopo averle viste Huckleberry Finn ha molto più senso.
E Alice ha deciso che ne vuole una. Con un amaca da cui guardare gli alligatori.

Alice alligatrice